A cosa serve il sensore di velocità cadenza dei Gps?

Conoscere alla perfezione i dati statistici del tuo percorso in bicicletta è sicuramente cosa interessante che può spingerti ad avere sempre nuovi stimoli per fare meglio.

Sia che utilizzi una bici da cicloturismo, sia che ami percorsi in mountain bike tra i boschi, disporre di un gps con sensore di velocità e di cadenza è un vantaggio di non poco conto perché ti consente di tenere sotto controllo diversi parametri utili in fase di valutazione del tuo allenamento o del tuo giro proprio come accade con gli activity tracker utilizzati per la corsa.

Perché il sensore velocità e cadenza è utile

Il sensore di velocità e di cadenza è indicato prevalentemente per chi fa delle bicicletta una passione sfrenata, in quanto fornisce delle indicazioni più precise rispetto al singolo GPS.

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I navigatori satellitari o comunque i sensori GPS presenti negli smartphone oppure nei computer da bici, generano solitamente uno scarto che può essere più o meno ampio rispetto alla realtà.

Il sensore velocità e cadenza ha il compito di ridurre questo margine di errore, fornendo un supporto al segnale gps, ottimizzandone le indicazioni e rendendole più precise.

Se il sensore di velocità aiuta a leggere meglio l’andatura in termini di km/h (oppure m/s, metri al secondo), il sensore di cadenza fornisce informazioni sul ritmo della pedalata (viene infatti chiamato anche sensore di pedalata).

Questo dato è importante per chi si allena in modo professionistico o semi-pro, in quanto sulla base del valore indicato è possibile svolgere confronti con gli intervalli presenti all’interno di specifiche tabelle indicanti le pedalate al minuto, a seconda dei percorsi e del tipo di allenamento.

Questo serve per comprendere, ad esempio, come un dato di 60 pedalate al minuto in salita andrebbe valutato diversamente rispetto allo stesso numero di pedalate in pianura, considerando anche la rapportatura scelta per quel tratto di strada.

Tecnicamente, la cadenza viene definita come il numero di giri che i pedali effettuano nell’arco temporale di un minuto.

Ci sono ciclisti che scelgono il mantenimento più o meno costante della cadenza, indipendentemente dal tipo di strada e dalla pendenza, sfruttando molto il cambio.

Altri, invece, preferiscono basare l’andatura sul tipo di percorso contingente.

In entrambi i casi avere a disposizione in tempo reale il numero di pedalate al minuto, grazie al sensore di cadenza, diventa un fattore estremamente importante.

Fornendo un’indicazione, possiamo affermare che una pedalate efficace prevede circa 85-90 PDM (Pedalate al Minuto) in ciascuna condizione.

Il sensore velocità e cadenza ha una sua utilità anche quando si è in zone in cui il segnale gps è debole o assente, come ad esempio in alcune zone boschive di montagna, oppure all’interno di gallerie.

In questi casi il sensore lavora al posto del gps e fornisce comunque una rilevazione meccanica della velocità di andatura.

Come funziona il sensore velocità cadenza?

Activity Tracker

La funzione principale del sensore di cadenza è duplice: in primo luogo misura i giri minuto della pedivella, in secondo luogo conta anche i giri della ruota posteriore, parametro grazie al quale viene poi definita la velocità di andatura.

Ciò è possibile grazie a due magneti di piccole dimensioni che si interfacciano tra di loro.

Il primo viene fissato sulla pedivella per misurare la cadenza, il secondo viene posto su un raggio della ruota posteriore. In realtà vi è un terzo elemento, ossia un sensore che funge da ricettore.

Esso riceve infatti le indicazioni dei magneti e le trasmette al computer da bici o allo smartphone oppure allo smartwatch attraverso una connessione bluetooth.

Sulla precisione influisce molto anche l’applicazione con cui si comanda il sistema oppure il dispositivo stesso.

Più si riescono a fornire informazioni precise sulle dimensioni della ruota e sul tipo di bicicletta, più le rilevazioni saranno accurate.

A svolgere i calcoli, ci pensa poi il software del tuo orologio o del tuo computer da bici.

Essendo una rilevazione effettuata tenendo conto del movimento meccanico della pedivella e della ruota posteriore, la misurazione che si ottiene è molto più precisa rispetto a quella del segnale gps.

Ciò lo si avverte soprattutto quando ci si diverte in percorsi tortuosi, soprattutto con la mountain bike.

In contesti boschivi e ricchi di curve e controcurve, il segnale gps non sempre è presente​ e, anche se lo fosse, non è in grado di “leggere” correttamente tutti gli spostamenti laterali.

Il sensore velocità e cadenza, invece, opera con più precisione in quanto misura i giri ruota indipendentemente dalla direzionalità.

Anche se in discesa ci si lascia andare controllando la bici senza compiere la pedalata, la velocità sarà comunque rilavata dai giri ruota. In questo caso non si avrà il dato di cadenza, ma si manterrà comunque viva l’informazione sulla velocità.

A ciascuna bici il suo sensore

L’installazione dei sensori velocità e cadenza è semplice e non prevede opere irreversibili.

Non solo è possibile togliere il dispositivo quando si desidera, ma è anche spostabile su un’altra bicicletta, indipendentemente dalla marca, dalla tipologia e dal genere.

Il principio di funzionamento è sempre il medesimo e bisogna solo fare attenzione a modificare i parametri inseriti in fase di installazione.

Tra una bicicletta e l’altra possono cambiare le dimensioni della ruota e per evitare rilevazioni errate è necessario correggere i dati immessi nel dispositivo di lettura.

Ti starai forse chiedendo quando vale la pena acquistare questo utile accessorio, e soprattutto come utilizzarlo.

Il consiglio è di scegliere un sensore velocità e cadenza che sia di qualità, anche a seconda del tipo di bicicletta.

Per mountain bike:

Solitamente si affrontano percorsi ghiaiosi, fatti di terra e fango, tra radici di alberi e sconnessioni.

E’ dunque importante scegliere un sensore che sia ben costruito, robusto, con un sistema di fissaggio stabile e che sia preciso.

Le grandi pendenze vengono interpretate non sempre correttamente dai GPS, i quali tendono spesso a effettuare una misurazione in linea, aumentando così lo scostamento rispetto alla distanza percorsa realmente.

E’ proprio in questa situazione che i sensori riescono a garantire affidabilità di rilevazione.

Per cicloturismo:

In questo caso il sensore aggiuntivo serve solo per curiosità.

I classici GPS vanno più che bene e svolgono correttamente il loro lavoro.

Chi volesse avere qualcosa in più potrà scegliere sensori economici, poiché in questo ambito le informazioni che rilasciano non rappresentano un grande valore aggiunto.

Per bici da corsa:

La velocità e il ritmo di pedalata per chi si cimenta con bici da corsa sono parametri importanti per poter fare una corretta valutazione del proprio rendimento sportivo.

In questo caso vale la pena spendere qualche decina di euro in più per un sistema capace di rilasciare informazioni importanti e utili, ma soprattutto precise.

Di solito i sensori vengono venduti con il loro orologio o il loro computer da bici, ma esistono anche tanti prodotti compatibili con applicazioni Android o Apple in modo che puoi gestire tutto dallo smartphone.

Lo stesso vale per la compatibilità con i diversi smartwatches presenti sul mercato.

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