Perché Luna Rossa Vola Sull’acqua? Come Funzionano le Barche dell’America’s Cup

Diciamoci la verità, la barca a vela non è proprio uno sport per tutti, eppure, specie negli ultimi tempi, questo sport è riuscito a catturare l’attenzione di tante persone, soprattutto grazie alla continua ascesa di Luna Rossa, la barca italiana che negli ultimi tempi ha ottenuto incredibili successi, come pochi altri sono riusciti a fare in passato.

Luna Rossa ha sicuramente il pregio di aver attirato l’attenzione di numerose persone e anche di coloro che sino a poco tempo prima, poco si erano occupati di vela.

Agli occhi di un neofita di questo sport, ammirando le competizioni che vedono Luna Rossa protagonista, la prima domanda che sorge è “come fa Luna Rossa a volare sull’acqua?”.

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Sì perché effettivamente, queste imbarcazioni paiono veramente riuscire a volare al di sopra dell’acqua mentre gareggiano e, questo strano fenomeno, è sicuramente  uno dei più interessanti quando si assiste a simili manifestazioni.

Ecco il motivo per cui oggi cercheremo insieme di comprendere perché Luna Rossa vola sull’acqua e quale sia il funzionamento delle imbarcazioni che gareggiano alla Coppa America.



Le imbarcazioni dell’America’s Cup

A differenza del passato, al giorno d’oggi, a sfidarsi durante la Coppa America non sono più i catamarani, ovvero imbarcazioni formate da due scafi comunicanti, ma quelli che vengono definiti AC75, ovvero monoscafi di ultima generazione, nati da studi ingegneristici d’avanguardia, che hanno preso spunto dalla tecnologia aeronautica e coniugano innovazioni nei sistemi idraulici e idrici delle imbarcazioni.

Con l’ausilio di questa tecnologia in dotazione, le imbarcazioni paiono volare sull’acqua, poiché grazie alla propulsione e alle alte velocità raggiunte, lo scafo si innalza, sollevandosi dall’acqua.

Certo rimane effettivamente il dubbio di come un’imbarcazione, che può raggiungere le 7,5 tonnellate, riesca a planare sull’acqua in questo modo.

Perché Luna Rossa vola sull’acqua?

Luna Rossa, proprio come le altre imbarcazioni dell’America’s Cup, è interamente realizzata in fibra di carbonio, il materiale più leggero e resistente al mondo.

Grazie a questo materiale, ma anche e soprattutto, alla presenza dei foil, che sono una delle maggiori caratteristiche di queste imbarcazioni, Luna Rossa riesce a volare sull’acqua.

I foil sono braccia a forma di S, realizzate sempre in carbonio, che si trovano ai lati dell’imbarcazione, sono asimmetriche e si sviluppano su una lunghezza di circa 4 metri.

I foil si sviluppano anche in profondità, riuscendo ad affondare per circa 5 metri al di sotto del livello del mare e muovendosi verso l’alto o il basso in base alla necessità, consentendo all’imbarcazione di planare sull’acqua.

Quando la barca pare volare sull’acqua, un foil si trova al di sotto della superficie del mare, mentre quello sul lato opposto al di fuori.

Il bilanciamento conseguente, permette alla barca di mantenere un perfetto equilibrio e planare sulla superficie dell’acqua, creando quel fantastico “effetto volo”.

Il funzionamento dei foil è frutto di un complesso meccanismo che unisce conoscenze elettroniche ed idrauliche, capace di sfruttare l’energia generata dal movimento delle manovelle, manovrate dall’equipaggio.

Basta a questo punto un pizzico di vento, perché la barca riesca a spiccare il volo.

Quale velocità riesce a raggiungere Luna Rossa?

Anche questa è probabilmente una delle domande che più di frequente il pubblico si chiede, quando assiste ad una competizione di Luna Rossa.

Sia Luna Rossa, che anche il Team New Zealand, grande avversario di Luna Rossa, riescono infatti a spostarsi sull’acqua ad altissime velocità, proprio grazie all’ausilio dei foil.

Durante alcune regate, Luna Rossa è riuscita a raggiungere la velocità di 53 nodi, che corrispondono a circa 100 km/h, una velocità incredibile per qualsiasi imbarcazione priva di motore meccanico.

Pare però che il Team New Zealand sia riuscito a raggiungere i 57 nodi, ovvero circa 105 km/h, durante gli allenamenti, grazie all’utilizzo di un diverso sistema di foil a forma di T.

Risultati di Luna Rossa alla 36esima America’s Cup

Archiviata ormai la 36esima edizione dell’America’s Cup, è tempi di bilanci in casa Luna Rossa: l’imbarcazione di patron Bertelli è entrata nella storia per essersi aggiudicata tre vittorie nella finale contro Team New Zealand. 

Mai un team italiano era riuscito a tener testa ai kiwi: nel 2000, la barca capitanata dallo skipper Francesco De Angelis, dopo essersi aggiudicata la Louis Vuitton Cup, perse contro i defender per 5-1. 

Stavolta, Max Sirena e soci sono riusciti ad arrivare nella finale di Coppa America dopo aver battuto gli inglesi di Ineos UK ed hanno fatto sognare milioni di italiani che speravano di vedere per la prima volta la Vecchia Brocca in Italia. 

Peccato per il finale che ha invece premiato i neozelandesi.

Una edizione che è stata comunque un successo, per l’amministratore delegato di Prada Patrizio Bertelli, il quale ha già annunciato che Luna Rossa ci riproverà. 

Anche se gli italiani non saranno più Challenger of Record, nonostante la vittoria in Prada Cup ed il risultato comunque eccellente nella supersfida contro Emirates Team New Zealand. 

È di queste ore infatti la notizia dell’accordo tra i kiwi e gli inglesi di Ineok UK, che scriveranno le regole della prossima Coppa America e sceglieranno insieme la futura location. 

Una mossa strategica per far cassa, quella del team neozelandese, come anticipò lo scorso mese di febbraio il giornale online di settore nonsolonautica.it: “Team New Zealand è a corto di soldi e ci sono limiti a quanto si può chiedere di più al contribuente kiwi per finanziare la loro squadra di Coppa America”, è stato confermato sulle colonne del Times di Londra. 

Per questo motivo Grant Dalton, amministratore delegato di TNZ, “ha ricevuto offerte da città di tutto il mondo per fare da padrone di casa”.

Luna Rossa dunque se la giocherà seguendo le condizioni che saranno dettate dalla nuova alleanza tra inglesi e neozelandesi, partendo però da alcune consapevolezze: il banco di prova dei sistemi foiling sono serviti da lezione agli italiani, che in più possono contare su un team già rodato che vanta tra i migliori velisti a livello mondiale. 

I due timonieri, il palermitano Checco Bruni e l’australiano James Spithill, sono i veri top player del team, i gemelli diversi della vela che hanno portato in alto assieme al resto della squadra l’Italia in America’s Cup.  

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