16 Consigli per Iniziare a fare Trekking per Principianti

In questo​ vedremo 16 consigli per iniziare a fare trekking dedicati ai principianti ​che non hanno mai praticato il trekking. ​

Scoprirete il materiale tecnico necessario a fare escursionismo e vedremo per quale motivo ​il trekking potrebbe cambiare per sempre la ​vostra vita.

La preparazione fisica, la predisposizione dell’attrezzatura adatta, come alimentarsi: ecco le regole per far sì che una passeggiata su un sentiero di montagna, con dislivello di diverse centinaia di metri, diventi un’esperienza esaltante, talmente bella da volerla ripetere e raccontare.

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​16) Prepararsi fisicamente al trekking

Chi non è abituato a camminare a lungo, magari perché conduce una vita sedentaria, troverà qualche difficoltà a completare un percorso che può essere accidentato oppure prevedere un dislivello anche di diverse centinaia di metri.

Le conseguenze di un percorso in montagna, per chi non è adeguatamente allenato, sono i classici dolori muscolari.

Per questo il consiglio per chi si avvicina al trekking è di iniziare gradualmente ad affrontare gli itinerari.

Il dislivello ideale per i principianti non dovrà mai essere superiore ai 400 metri, che corrisponde a circa un’ora di cammino in salita.

Prima di affrontare sentieri più impegnativi si potranno effettuare una decina di escursioni, magari durante il fine settimana; mezza giornata di cammino a ritmo blando è sufficiente per abituare l’organismo allo sforzo.

In seguito andrà bene incrementare lo sforzo, aumentando dislivello e lunghezza dell’itinerario; in questo modo alla decima uscita non si avvertirà più la fatica degli inizi.

​15) Iniziare gradualmente

iniziare con il trekking

Terminata la fase dell’allenamento si potrà finalmente affrontare un percorso con un dislivello superiore ai 400 metri.

Il passo della prima sgambata “ufficiale” sarà ancora compassato e la lunghezza dell’itinerario non superiore all’ultimo percorso affrontato in allenamento.

Il trekking non è uno sport competitivo, non è una gara.

Gli appassionati scelgono la montagna, e in generale la natura, perché abbinano l’allenamento fisico alla contemplazione del paesaggio.

Al contrario di quanto avviene nello sport, nel trekking l’obiettivo non è solo il traguardo ma l’esperienza dell’itinerario: parte importante dell’esperienza è godere della bellezza dello scenario, specialmente quando si cammina da soli e si avvertono soltanto il proprio respiro e i suoni della natura.

Per questo è sempre bene iniziare gradualmente, perché un itinerario troppo impegnativo impedisce di godere della camminata e di tutto quello che c’è intorno.

I sentieri possono essere scelti strategicamente; è possibile trovare tutte le informazioni, relative ai singoli itinerari, su siti e guide specializzate:

  • ​Quelli contrassegnati con la lettera T sono turistici;
  • ​Quelli escursionistici sono segnati con la lettera E;
  • ​I trekkisti esperti affrontano i percorsi della categoria EE;
  • ​I sentieri per trekkisti esperti e attrezzati sono indicati con EEA.
  • Se si è alle prime armi, anche con un buon allenamento alle spalle, si può tranquillamente iniziare con un itinerario T. Se la risposta del fisico è positiva, la volta successiva si può pensare di affrontare subito un percorso E.

Il consiglio è sempre quello di ascoltare il proprio corpo, a prescindere dall’itinerario che si sta affrontando. Se si ha il fiatone e si avverte stanchezza, è bene fermarsi, fare una pausa, dissetarsi e poi riprendere il percorso a ritmo blando.

​14) Studiare il percorso prima di intraprenderlo

Prima di intraprendere l’itinerario di trekking ci sono una serie di passaggi da completare. Il più importante è lo studio del percorso che si sta per affrontare.

Bisogna essere preparati: lo studio della segnaletica è importante quanto l’informazione sul dislivello e sulla durata media del tragitto.

Il consiglio è sempre quello di affidarsi a chi ne sa di più: potrebbe essere necessario consultare un trekkista che ha già affrontato il percorso.

In questo caso, se non potrà accompagnarci, una chiacchierata sarà comunque molto utile.

Un’idea potrebbe essere quella di consultare i numerosi forum presenti su internet.

Si ricavano informazioni preziose sul percorso e tante dritte per non partire del tutto impreparati.

Se non si sa a chi chiedere notizie utili si possono consultare delle guide, anche in rete; sulle mappe sono segnati tutti i sentieri.

L’ideale è avere anche una carta della zona, meglio se topografica e cartacea.

Esistono anche delle applicazioni GPS ( Qui la Nostra Guida) che aiutano nel caso in cui ci si trovi in difficoltà.

​1​3) Verificare le condizioni meteorologiche

Una volta scelto il sentiero e la data in cui affrontarlo, è sempre bene verificare le condizioni meteorologiche previste per la giornata.

Se le condizioni sono proibitive si potrà rinviare il trekking; se invece non ci sono situazioni di rischio legate al tempo si potrà decidere l’abbigliamento più adatto e di conseguenza l’occorrente da portare all’interno dello zaino.

Non tutti i siti internet dedicati alle previsioni sono affidabili, specialmente per quelle a lungo termine.

Il consiglio è di affidarsi al Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare.

La natura va rispettata e affrontata con umiltà; anche una passeggiata in montagna, se non affrontata con cautela e in sicurezza, può trasformarsi in un’esperienza negativa.

​12) Le prime volte è bene accompagnarsi con un esperto

Iniziare a fare trekking in solitudine non è la scelta migliore.

Come è già stato scritto, l’escursionismo è a metà tra lo sport e un’esperienza spirituale.

Tuttavia la parte “sportiva”, agonistica, è presente, perché viene messo alla prova il corpo.

Non va neanche dimenticato il contesto in cui si pratica il trekking; la montagna, per esempio, dove spesso il trekkista ama cimentarsi, è un luogo che nasconde dei pericoli a volte anche mortali.

Per questo il consiglio è sempre quello di iniziare a camminare con una persona esperta, che conosca perfettamente l’itinerario.

L’allenamento non è la sola condizione indispensabile per affrontare i percorsi in sicurezza. Anche il sentiero più, semplice, quello turistico, può nascondere delle insidie.

Una persona esperta saprà consigliare, guidare, scandire il tragitto con le giuste pause e consigliare quando sia il momento di fermarsi.

È una grande opportunità perché consente di fare l’esperienza in prima persona, e allo stesso tempo di conoscere aspetti che da soli si imparerebbero solo dopo qualche anno di trekking alle spalle.

​11) Se ci si muove da soli comunicare a qualcuno il proprio itinerario

Dopo le prime escursioni in compagnia di trekkisti più esperti arriva sempre il momenti di affrontare il percorso in solitudine.

Si hanno alle spalle molti itinerari; si ha tutta l’attrezzatura adatta; le previsioni meteorologiche sono state controllate e la cartina topografica è nella tasca esterna dello zaino, a portata di mano.

In sostanza sono stati fatti i compiti ed è il momento di partire.

Prima di uscire di casa per affrontare la giornata di trekking, a prescindere dalla propria esperienza e preparazione, bisogna informare qualcuno, meglio se escursionista esperto, dell’itinerario che si sta per affrontare e della sua durata.

Avventurarsi nella natura è meraviglioso ma come è già stato scritto, i rischi sono sempre presenti.

Nel caso di un fatto inaspettato, in grado di mettere in difficoltà anche l’escursionista più esperto, ci sarà qualcuno in grado di aiutarci perché conosce più o meno la nostra posizione.

Questo consente di allertare i soccorsi in tempi rapidi e in certi casi la tempistica può anche salvare la vita.

Gli appassionati di tecnologia potranno anche munirsi di un’applicazione, come quella del Soccorso Alpino; tuttavia non è detto che nella zona in cui si è verificato il problema ci sia copertura internet, quindi è sempre bene informare un escursionista.

​10) Scegliere lo zaino adatto alle proprie aspettative

L’attrezzatura è una delle voci fondamentali se si vuole praticare il trekking in sicurezza.

Per questo la scelta dello zaino diventa fondamentale. In commercio ne esistono modelli di fascia bassa, media e alta.

Per iniziare sarà sufficiente acquistare uno zaino di fascia media.

Se non si è esperti della materia è bene farsi consigliare da un esperto, perché in commercio esistono molti modelli di zaini per escursioni, ecco la nostra Guida Completa alla scelta dello Zaino da Trekking.

Al momento dell’acquisto bisognerà fare caso alla qualità tessuto: deve essere impermeabile.

Bisogna anche verificare la robustezza dell’imbracatura. Inoltre lo zaino vuoto non dovrà essere troppo pesante ma è bene che sia anche capiente.

Dovrebbe avere cinghie posteriori regolabili, per adattarsi al fisico di chi lo indossa.

L’imbottitura sarà morbida, per attutire i colpi sulla schiena durante il cammino.

È importante che sia dotato di scomparti, ciascuno con un’apertura, per raggiungere facilmente gli oggetti che servono all’occorrenza.

Le tasche esterne custodiranno oggetti importanti, da poter trovare subito, come la mappa, il cellulare, la torcia oppure l’ombrello.

Uno zaino di fascia media, adatto sia ai principianti sia a trekkisti più esperti, peserà circa 1 kg, quando è vuoto, e avrà una capienza di circa 60-70 litri.

​9) Non caricare troppo lo zaino

Per il trekking ci vuole equilibrio, anche nella scelta di ciò che si vuole portare con sè. Per questo lo zaino non dovrà essere troppo carico.

Camminare leggeri è importante, perché aiuta a non sentire la fatica.

Arrivare sfiniti alla fine del percorso può causare anche dei problemi fisici, come crampi o affaticamenti muscolari che renderebbero faticosa la via del ritorno.

Quello che non deve mai mancare nello zaino è: (Vedi anche : cosa mettere nello Zaino per il trekking)

  • Acqua in abbondanza
  • Cibo energetico: sono in vendita barrette proteiche che possono dare energia senza appesantire
  • Un kit di primo soccorso
  • Una crema per proteggere la pelle dai raggi solari: più si sale maggiore sarà l’esposizione ai raggi ultravioletti.
  • Un k-way: nel caso si venga sorpresi dalla pioggia.

8) Abbigliamento adatto, tecnico e a strati

abbigliamento trekking

In concomitanza con la scelta dello zaino bisogna indirizzarsi sull’abbigliamento tecnico per affrontare le escursioni.

Il trekkista ha bisogno di vestiti adatti e di alcune attrezzature importanti per affrontare adeguatamente i sentieri, da quelli turistici a quelli per escursionisti esperti.

In gergo tecnico, quando si parla di abbigliamento adatto al trekkista, si usa l’espressione: filiera della cipolla.

È un discorso che vale soprattutto per i percorsi di montagna, e non soltanto quando si arriva ad alta quota.

Non è sempre facile prevedere che tempo farà, dunque è preferibile indossare capi tecnici, aggiungendo o togliendo in base a pioggia, aumento o abbassamento della temperatura.

Uno zaino capiente aiuta ad affrontare l’escursione termica, in quanto permette di partire ben equipaggiati.

Bisogna evitare di sudare eccessivamente perché il vento, se si abbassa la temperatura man mano che si sale, può provocare problemi muscolari.

Dunque bisogna vestirsi “a cipolla”, (approfondimento) evitando il cotone e utilizzando, per lo strato più esterno, un tessuto sintetico che isola dal vento ed è impermeabile.

Un buon consiglio è quello di dotarsi di bastoni da trekking: aiutano a camminare perché permettono di mantenersi in equilibrio: consentono di affrontare in sicurezza le discese e di scaricare una parte del peso dello zaino e del corpo sui muscoli delle braccia.

​7) Scegliere attentamente le scarpe

Quando si fa trekking, i piedi sono la parte del corpo maggiormente sollecitata. Le scarpe perciò devono essere adatte all’attività. (Qui i nostri consigli sulle scarpe).

Significa che devono essere comode e avere determinate caratteristiche tecniche.

Non esistono alternative possibili alle calzature da trekking; anche le normali scarpe da ginnastica potrebbero non essere adatte.

Le caratteristiche delle scarpe per fare escursioni sono la stabilità e l’aderenza alla caviglia, che perciò deve ricevere un supporto fisico dalle calzature indossate: è necessario a evitare le slogature.

Per questo la principale distinzione è tra gli scarponcini alti e quelli bassi.

Questi ultimi sono adatti a percorsi turistici, quelli più semplici e pianeggianti.

Quelli alti, che sostengono la caviglia, sono adatti ai percorsi più accidentati, caratterizzati da un dislivello importante.

​6) Portare un kit di sopravvivenza, ma senza esagerare

Obbedendo al principio secondo cui bisogna camminare senza un peso eccessivo nello zaino, non è necessario portarsi dietro una farmacia. Il kit di sopravvivenza per il trekking si compone di pochi elementi, davvero indispensabili nei casi di emergenza:

  • Disinfettanti: per pulire le ferite in caso di tagli ed escoriazioni
  • Bende e cerotti: per chiudere le ferite ed evitare che si sporchino, provocando infezioni
  • Farmaci antidolorifici: per alleviare i dolori da trauma nel caso di cadute
  • Una o due coperte isotermiche: in caso di infortunio si potrebbe essere costretti a restare per qualche ora in condizioni di freddo; la coperta serve dunque a evitare l’ipotermia ma è utile anche nei casi di colpi di calore e per segnalare la propria presenza.

​5​) Seguire cautamente il percorso programmato

​Una volta in cammino verso la meta, magari se si è ben allenati e ben equipaggiati, potrebbe capitare quello che succede ai principianti in questi casi: una sensazione di grande sicurezza e controllo della situazione.

È il momento in cui si rischia maggiormente, perché la sicurezza nei propri mezzi potrebbe portare il trekkista principiante a fare delle scelte sbagliate, a rischiare più del dovuto e a sollecitare il proprio corpo oltremisura, magari posticipando le soste e ponendosi obiettivi irrealizzabili.

È un atteggiamento sbagliato. Le soste devono essere rispettate, inutile sfiancarsi: è contrario allo spirito che caratterizza l’esperienza del trekking.

Il cammino deve essere costante, il passo regolare, le soste previste al momento giusto seguendo attentamente la mappa.

La sosta è il momento in cui si potrà restare in silenzio, in compagnia della natura.

​4) Alimentarsi nel modo giusto durante l’escursione

Per affrontare il percorso di trekking bisogna alimentarsi nel modo giusto.

Consumare regolarmente della cioccolata oppure delle barrette ai cereali aiuterà l’escursionista a disporre della quantità di energia necessaria a continuare il suo cammino, e allo stesso tempo a mantenersi leggero.

Sono consigliati anche la frutta fresca, soprattutto le banane, quella secca e molta acqua.

Gli alimenti devono essere nutrienti.

​3) Trekking con i bambini

Portare i bambini a fare trekking è un modo per abituarli al contatto con la natura; è anche utile perché i piccoli imparano una serie di regole valide anche in altri contesti: l’allenamento fisico, la costanza, l’organizzazione e il rispetto dell’ambiente.

Quello che si raccomanda è di avere sempre un adulto per ogni bambino.

Questa regola vale perché nei passaggi del percorso, quelli dove è maggiore il rischio di cadute, un adulto può essere d’aiuto a un solo bambino.

Inoltre non è il caso di sottoporli a sentieri difficili, oppure a tragitti troppo lunghi: richiedono concentrazione continua e prolungata.

Per i bambini il trekking dovrebbe essere uno svago.

Una passeggiata di qualche ora su un percorso di tipo turistico sarà l’ideale, specialmente se anche gli adulti sono dei principianti.

Sono in commercio attrezzature, come zaini da trekking e bastoncini, adatte anche ai più piccoli.

​2) Rispettare l’ambiente

La natura è parte integrante dell’esperienza di trekking.

Il passaggio dell’escursionista non deve lasciare alcuna traccia.

Per questo vale la regola che il trekkista debba lasciare l’ambiente che ha attraversato così come lo ha trovato, affinché gli escursionisti che passeranno dopo di lui non debbano provvedere a ripristinare l’ordine, per esempio ripulendo il sentiero dai rifiuti.

​1) Condividere l’esperienza con gli altri

C’è chi preferisce tenere la gioia di un’esperienza bella tutta per sé; c’è chi invece desidera condividerla, perché pensa che l’escursione si completi con il suo racconto.

Sono due filosofie di pensiero diverse e ugualmente valide e meritevoli di rispetto.

Tuttavia è innegabile che la condivisione è anche un atto di generosità nei confronti di chi potrebbe apprezzarla.

Il trekking può cambiare la visione di molti aspetti della vita delle persone.

Si tratta di un’esperienza le cui regole e caratteristiche sono valide in molti altri ambiti della nostra vita.

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