Come Diventare Arbitro di Basket?

La decisione di diventare un arbitro di basket non è sicuramente una delle più semplici da intraprendere.

Tuttavia, se proprio si ha la passione del basket e si vuole diventare un arbitro di questo sport, bisogna sapere che su, è possibile farlo, ma bisogna seguire un iter preciso ed essere pronti a varie difficoltà.

Come diventare un arbitro di basket, dunque? Cerchiamo di scoprirlo insieme.

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1) Come Iniziare?

Per svolgere un qualsiasi lavoro è necessario sempre fare il primo passo.

E nel caso della pallacanestro il primo passo è… amare questo sport.

Quest’ultimo è un requisito al di fuori da ogni dubbio fondamentale.

Non si può fare l’arbitro di basket senza la genuina passione per la pallacanestro.

Tuttavia, essere appassionati di basket sicuramente non basta per diventare degli arbitri di questo sport.

Occorre anche conoscere le regole e apprendere una vasta gamma di altre competenze.

Per arbitrare, insomma, bisogna diventare degli arbitri.

La buona notizia è che se vuoi diventare un arbitro di basket puoi partecipare a uno dei tanti corsi che vengono indetti.

Questi sono aperti ai ragazzi e alle ragazze dai 13 ai 30 anni.

Vengono svolti in maniera gratuita, permettono di ottenere la qualifica di Arbitro di Pallacanestro ed è possibile iscriversi a un corso di questo genere in una maniera piuttosto semplice: basta recarsi a un Comitato Regionale della FIP.

Se si hanno più di 30 anni è comunque possibile diventare degli arbitri di basket, ma a quel punto bisognerà fare la richiesta d’iscrizione ai corsi per gli arbitri amatoriali.

Al momento d’iscrizione al corso bisognerà fornire alcuni documenti, senza i quali non è possibile ottenere la qualifica di Arbitro Federale.

Tra questi spicca il certificato medico che attesta la possibilità di svolgere la pratica sportiva agonistica, oltre ai documenti che attestano l’identità della persona.

Una volta svolto il corso bisognerà superare l’esame abilitativo finale.

Solo in seguito allo stesso, al richiedente sarà fornito un apposito certificato che né dimostra la qualifica di Arbitro Federale.

Non è possibile diventare un arbitro di basket senza superare l’esame abilitativo finale.

Non in molti sanno che anche gli atleti possono diventare arbitri nei campionati seniores o giovanili, ma solo quelli regionali.

L’attività arbitrale non deve comunque intrecciarsi con quella di giocatore.

Per questo sarà comunque possibile arbitrare solo le gare al di fuori dal campionato a cui si prende parte come giocatore.

Il corso ha una durata variabile a seconda della Regione e permette di ottenere sia delle conoscenze teoriche sul regolamento di Basket, che quelle pratiche.

Dopo aver superato l’esame finale, il richiedente viene tesserato nel Comitato Italiano Arbitro della Federazione Italia Pallacanestro.

Gli sarà fornita la divisione ufficiale, oltre a tutto il materiale tecnico necessario per svolgere l’attività di arbitraggio.


2) Cosa fare dopo il corso?

arbitro pallacanestro

Se hai svolto il corso e hai dato positivamente l’esame finale, puoi iniziare a fare l’arbitro.

Ma considera che non è semplice. Sarà la Federazione ad assegnarti delle gare e non puoi essere tu a richiedere di arbitrare una partita piuttosto che un’altra.

Semplicemente, la Federazione sceglierà di volta in volta quali arbitri assegnare alle diverse gare. Inizialmente dovrai dimostrare le tue capacità di arbitraggio sul campo.

Per questo, probabilmente, dovrai condurre le gare giovanili o comunque quelle con un basso tasso di difficoltà d’arbitraggio.

Verrai impiegato, inoltre, solo nei campionati della Federazione Italiana Pallacanestro della tua Regione/Provincia di appartenenza.

Ovviamente, l’attività di arbitraggio è considerata alla pari di un vero e proprio lavoro, motivo per cui sarai di volta in volta ricompensato per le partite da te dirette.

Il guadagno così ottenuto, però, è variabile in relazione alla Regione/Provincia presso cui operi.

Se sarai bravo ad arbitrare, con il tempo potresti essere promosso.

A quel punto è possibile che la FIP t’invii ad arbitrare le gare degli adulti e professionisti, anche al di fuori dalla tua regione.

Come puoi intuire, i guadagni in questo caso aumenteranno.


3) Arbitro di Basket: possibilità di carriera

Fermo restando che si tratta di un lavoro lungo e faticoso, puoi comunque fare carriere nel settore di arbitraggio delle partite di basket.

Se farai un buon lavoro anche a livello nazionale, potresti essere designato per arbitrare le partite tra club internazionali.

Anche in questo caso i guadagni di un arbitro di pallacanestro sono misurabili in relazione al prestigio delle gare dirette.

Affermandoti come un buon arbitro, difatti, con il tempo potresti persino trasformare un hobby nel tuo lavoro principale.

Ma…


4) I corsi di riqualificazione

Il basket è un gioco dinamico, le cui regole vengono spesso minimamente variate.

Per questo la Federazione potrebbe inviarti a partecipare a dei corsi aggiuntivi, che ti daranno la possibilità di affinare le tue conoscenze in tema, toglierti gli eventuali dubbi e, in generale, migliorare le tue capacità di arbitro.

Nella maggior parte dei casi, i corsi per gli arbitri italiani pallacanestro vengono realizzati dalla Federazione e sono gratuiti. In alcuni casi, però, potresti essere invitato anche a dei corsi a pagamento.

Sta a te scegliere se vale la pena pagare per questo tipo di corsi oppure no.


5) Alcune precisazioni

Per poter diventare un ottimo arbitro di basket devi anche rispettare alcuni requisiti di salute. In particolare, è preferibile che tu abbia una buona forma fisica.

Gli arbitri di basket, difatti, devono spesso correre da un lato del campo verso l’altro. In molti casi si tratta anche di una serie di spostamenti dinamici e veloci.

Per questo è richiesto avere almeno una minima preparazione fisica che ti permetta di restare lucido nonostante lo sforzo fisico e di prendere, quindi, le giuste decisioni.

A questi si aggiungono anche dei requisiti relativi all’acutezza della vista: dev’essere sufficiente per fornire all’arbitro la possibilità di vedere le varie azioni che accadono nel rettangolo di gioco.

Ovviamente, gli arbitri possono comunque indossare gli occhiali o le lenti a contatto: non sono degli accessori vietati, purché non causino disturbo all’arbitro stesso e gli permettano di condurre la gara al meglio.


6) La resistenza psicologica

Sembra banale da dire, ma non tutti possono diventare dei buoni arbitri di basket e il motivo è semplice: per tutta la durata della gara ci si ritrova letteralmente “schiacciati” da proteste, aggressioni verbali e quant’altro.

Il compito dell’arbitro è quello di resistere, nel vero senso della parola, alla pressione psicologica esercitata dai giocatori di entrambe le squadre.

Bisogna ricordarsi che l’arbitro non è né amico, né nemico dei giocatori: è una parte neutrale.

Se questi gli causano dei problemi, egli può causarli a loro. Se, invece, i giocatori gli permettono di condurre una gara in maniera fredda, distaccata e senza dar via a inutili tranelli, né beneficeranno tutti.

I migliori arbitri sono quelli che hanno una buona barriera psicologica e riescono a condurre anche le gare più accese in una maniera particolarmente fredda.


7) Essere arbitri è uno stile di vita!

Infine vale la pena ricordarsi di ciò che, probabilmente, rappresenta il fattore più importante nella vita di un arbitro: il fatto è che si tratta di un vero e proprio stile di vita.

Perché bisogna essere arbitri non solo sul rettangolo di gioco, ma anche al di fuori dallo stesso.

Ricordarsi del Fair Play, comportarsi da signori, cercare in tutte le occasioni il famoso “gioco pulito”.

Un buon arbitro non smette di esserlo quando la partita finisca ed egli abbandona il campo.

Tutt’altro: anche quando si riveste di nuovo in borghese, un professionista continua a essere un arbitro, a rispettarne l’etica e a comportarsi come tale.

Vale la pena ricordarsi di questo punto, anche perché è davvero fondamentale.

Può salvare la faccia all’arbitro in molte occasioni, in quanto spesso le partite non finiscono al fischio finale, ma sono così emozionanti da “continuare” anche dopo.

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